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Infusione occidentale vs. infusione orientale, come cambia la preparazione del tè

In cosa consiste il gong fu cha? Cos’è una gaiwan e come si usa? In questo articolo scoprirete come gustare il tè secondo un metodo antico e tradizionale: quello cinese.

Preparare il tè è di per sé un momento zen, in cui ci si ferma per fare le cose con cura: pesare le foglie, scegliere la giusta temperatura dell’acqua, osservare il liquore che lentamente si colora, respirare gli aromi che salgono dalla teiera. Ma esiste un modo ancora più speciale per godersi il tè: il gong fu cha. È un metodo di infusione che appartiene alla tradizione cinese e che vi raccontiamo in questo articolo.

Indice dei contenuti

Cos’è il gong fu cha

Noi occidentali beviamo tè dal 1600 circa: nell’arco dei secoli abbiamo imparato a usare e fabbricare ottime teiere e tazze – dai servizi britannici in fine porcellana, decorati ed eleganti, pensati per il tè delle cinque, fino alle grandi tazze mug, comode per infondere con un filtro un’abbondante dose di tè da sorseggiare poco alla volta, magari in ufficio o durante un pigro pomeriggio di lettura. 

Come vi abbiamo raccontato nel nostro articolo sulle origini del tè, però, la culla di questa bevanda è la Cina: vi siete mai chiesti come si beve tradizionalmente il tè a Pechino?

Il metodo di infusione orientale classico è chiamato gong fu cha: letteralmente, può essere tradotto come “tè fatto con cura / con buona tecnica”. Il che indica non soltanto la lavorazione del tè, ma anche il modo in cui deve essere infuso per trarre il massimo dalle sue foglie. Il principio di base del gong fu cha si allontana molto dalla frettolosa infusione occidentale (non tocchiamo nemmeno l’argomento bustina): qui le foglie, in quantità abbondante, vengono infuse in poca acqua per molte, anche moltissime volte, per sessioni che possono andare avanti anche ore intere.

Cosa succede con l’infusione in gong fu cha? Invece di estrarre in una sola volta tutte le componenti organolettiche del vostro tè (aromi e sapori), le andrete scoprendo infusione dopo infusione, con una vera e propria evoluzione del tè all’olfatto e al palato che ve lo farà scoprire in mille nuove sfumature. Certo, è una pratica rilassante che però richiede tempo: ma il tè è anche questo.

Gli utensili del gong fu cha

Per poter infondere con il metodo del gong fu cha, vi serviranno anche gli utensili tradizionalmente legati a questa pratica. Ecco allora un piccolo compendio dei principali strumenti legati all’infusione all’orientale.

Gaiwan: cos’è e come si usa

Il concetto di “gaiwan” può essere tradotto dall’originale cinese come “tazza coperta” (dove “gai” significa “coprire” e il termine “wan” indica la “tazza”). La gaiwan è di fatto una tazza con bordi più o meno svasati, solitamente fabbricata in materiali come ceramica, porcellana, o argilla (anche se ad oggi è possibile trovarne degli esemplari in vetro), con una capacità media che oscilla tra i 70 ml per le più piccoline e i 200 ml per quelle più grandi.

Quali sono gli elementi che compongono una gaiwan?
Il piattino, a simboleggiare la terra; il coperchio, che simboleggia il cielo; la tazza, simbolo dell’essere umano. Queste tre componenti insieme rappresentano un’armonica unione tra cielo, terra e umanità. 

La gaiwan è comunemente impiegata in alternativa alla tradizionale teiera per preparare il tè secondo il metodo orientale, per l’appunto l’infusione gong fu cha. Si narra che questa pratica abbia avuto origine durante la dinastia Ming (1368-1644), epoca in cui il consumo di tè sotto forma di foglie intere sostituì quello delle tradizionali torte pressate, portando alla creazione degli attrezzi moderni per il tè. Con l’uso di una maggiore quantità di tè rispetto alla tradizionale infusione occidentale, la gaiwan consente di sfruttare le stesse foglie per molteplici infusioni, regalando un’esperienza degustativa più intensa e completa.

Utilizzare una gaiwan può risultare semplice, anche se richiede una certa pratica per padroneggiare il gesto ed evitare così spiacevoli scottature alle dita. Il consiglio è quello di iniziare con gaiwan di piccole dimensioni (70-100 ml), che renderanno tutto più facile.

Come si usa la gaiwan?

Una volta messe le foglie di tè nella gaiwan, versatevi sopra l’acqua precedentemente riscaldata e copritela con il suo coperchio. Trascorso il tempo necessario, afferrate la gaiwan con pollice e dito medio appoggiati ai bordi e spostate leggermente all’indietro il coperchio con l’indice, in modo da mantenere aperta parzialmente la tazza. Inclinando la gaiwan in avanti, si versa e si filtra il tè in una piccola brocca chiamata gong dao bei, grazie al coperchio che trattiene le foglie e lascia passare solo il liquore

Gli altri accessori del gong fu cha

Gong Dao Bei: la brocca dell’equità
La traduzione più appropriata per questa sorta di piccola brocca è “calice dell’uguaglianza”: se andassimo a versare il tè dalla gaiwan direttamente nelle tazzine degli ospiti, daremmo un liquore più leggero ai primi e un liquore molto carico agli ultimi, poiché nel frattempo le foglie sono rimaste in infusione nell’acqua. Filtrando invece tutto il tè in un unico gesto, saremo in grado di distribuirlo poi più equamente tra le tazzine, in modo che tutti lo possano apprezzare con la stessa intensità di gusto. Il gong dao bei può essere in vari materiali: il vetro è sicuramente quello più indicato per poter ammirare la bellezza del colore, della luminosità e della trasparenza del tè appena infuso! 

Piccola teiera in argilla
Il gong fu cha si può eseguire anche con una piccola teiera di terracotta al posto della gaiwan: vi sarà capitato di vedere bellissime e microscopiche teiere in argilla (si parte anche da 40 ml di capienza massima!) riempite completamente di foglie, che a stento si riescono a chiudere una volta versata l’acqua al loro interno. Se voleste ai provare a usarne una, non temete: nel prossimo paragrafo vi sveliamo quali sono le quantità di tè e acqua per questo genere di infusione!

Tazzine (30-50 ml)
Dimenticate le nostre mug da 300 ml: le tazzine in cui viene versato il tè con il metodo gong fu cha sono piccine picciò. Un massimo di tre sorsi, per dare importanza a quel che si beve sorseggiando con calma e godendo appieno di gusto e aromi.

Vassoio
Utilissimo come superficie di appoggio per poter effettuare tutte le operazioni di risciacquo delle tazzine e delle foglie di tè. Solitamente si usa un vassoio in bambù con la parte superiore traforata che poggia su una parte inferiore concava. Quest’ultima metà del vassoio può essere estratta comodamente alla fine per gettare i liquidi di scarto che vi si sono raccolti.

Pinze (di legno)
Servono ad afferrare e maneggiare le tazzine nel momento in cui si lavano e si scaldano con l’acqua prima di servire il tè. E’ un modo molto igienico per evitare di toccare con le mani il bordo che gli ospiti porteranno alle labbra per bere.

Piccolo asciugamano in tessuto
Permette di asciugare la parte inferiore della tazzina nel caso in cui vi sia rimasto qualche residuo di acqua o tè prima di porgerla all’ospite.

Tea Pet
Statuine, tradizionalmente in argilla, che accompagnano le sessioni di gong fu cha trovando il proprio spazio sul vassoio. I tea pet portano fortuna al proprietario e vengono nutriti dal tè che viene versato su di loro: possono rappresentare animali mitologici o reali, piccoli monaci, mostri, divinità… ci si può sbizzarrire, insomma. Ma sui tea pet ci riserviamo di raccontarvi di più in futuro!

Come si prepara il tè con il metodo orientale

Ora che abbiamo visto quali sono gli utensili principali, come procediamo? Come già anticipato, la proporzione foglie-acqua è molto diversa rispetto a come siamo abituati quando infondiamo all’occidentale. Ecco allora i parametri per poter preparare al meglio un tè in gong fu cha:

  • Proporzione tè/acqua: 1 gr di tè x 20-30 ml di acqua
  • Durata media delle infusioni: circa 10-20 secondi a infusione

Per poter realizzare molte infusioni, la quantità di foglie sarà piuttosto alta in proporzione all’acqua utilizzata. La durata delle infusioni è invece inversamente proporzionale: tante infusioni, ma molto brevi!

La temperatura varia, come per il metodo occidentale, in base alla tipologia di tè. Essendo le infusioni molto più brevi in gong fu cha, si possono scegliere temperature leggermente più alte (+ 5°C) rispetto a come infonderemmo lo stesso tè in stile occidentale.

C’è un altro passaggio fondamentale che in gong fu cha è riservato a oolong e heicha (tè fermentati): il risciacquo delle foglie. Come si fa e a cosa serve?

Si fa in sostanza una prima infusione brevissima (3 secondi) utile a “lavare” via l’eventuale polvere dalle foglie e a scaldarle, aiutandole ad aprirsi e a rilasciare i propri aromi nelle infusioni successive. Cosa si fa con questa prima infusione? La si può versare sul vassoio per eliminarla, oppure ci si può bagnare il proprio tea pet!

Quante infusioni si possono fare in gong fu cha?
Dipende dal tipo di tè e anche dalla durata delle singole infusioni.

I tè verdi, ad esempio, difficilmente permetteranno di andare oltre 6 infusioni. mentre i puer e i tè fermentati possono regalare anche 20 o 30 infusioni in gaiwan con le stesse foglie

Se poi le infusioni saranno brevi (5-10 secondi), ecco che la vostra sessione di gong fu cha vi permetterà di infondere quel tè molte volte, finché il potenziale delle foglie non sarà completamente esaurito.

Le differenze tra l’infusione orientale e quella occidentale

Come abbiamo visto, dunque, le differenze tra infusione all’occidentale e infusione all’orientale o gong fu cha sono molteplici. Ecco un piccolo riassunto:

INFUSIONE ALL’OCCIDENTALE:

– Teiera grande (dai 200 ml in su) e tazze capienti, oppure mug
– Numero di infusioni con le stesse foglie: da 1 a 3
– Proporzione tè/acqua: dai 2,5 gr ai 3 gr di tè x 200 ml di acqua
– Durata delle infusioni: dai 2 minuti ai 5 minuti

INFUSIONE ALL’ORIENTALE:

– Gaiwan o teiera in argilla piccola (70-150 ml)
– Numero di infusioni con le stesse foglie: da 6 a 20
– Proporzione tè/acqua: 1 gr di tè x 20-30 ml di acqua
– Durata delle infusioni: dai 5 ai 30 secondi

Come vi dicevamo all’inizio di questo articolo, la meraviglia del gong fu cha è l’approccio di scoperta: ogni infusione porta con sé aromi e sapori diversi, che si svelano lentamente fino a coprire tutta la gamma organolettica di quel tè, in un’evoluzione continua.

Un tè oolong come il Huang Jin Gui vi farà percepire alla prima infusione delicati aromi floreali e dolci, per poi rivelare nelle infusioni successive note lattee e burrose, sentori magari vanigliati e un corpo che da leggero si farà man mano più denso e cremoso.

Bere una tazza di tè infusa all’occidentale può rendere magari più difficile distinguere i vari sapori tra loro, poiché verranno estratti tutti contemporaneamente, rendendo il liquore molto ricco e interessante ma anche estremamente più complesso da apprezzare in tutte le sue sfumature.

Infondere più volte le stesse foglie con il metodo occidentale: si può!

Come avrete notato nel precedente schema, c’è la possibilità di usare le stesse foglie più di una volta anche con un’infusione all’occidentale.

Le foglie di un tè di qualità, infatti, non esauriranno tutto il loro potenziale aromatico e di gusto in una sola infusione anche se prolungata. Quali accorgimenti si possono prendere dunque per riutilizzare quelle stesse foglie e bere un’altra ottima tazza di tè?

Innanzitutto, la reinfusione va fatta subito, o comunque nell’arco di poche ore (massimo 12 ore), per non rischiare il proliferare di batteri e muffe che non solo comprometterebbero il sapore del vostro tè, ma rischierebbero anche di essere pericolose per il vostro organismo! 

Se voleste conservare così a lungo le foglie già infuse una volta, potete tenerle in frigorifero, protette da un coperchio per evitare che assorbano l’odore di cibi o altre bevande.

Il secondo consiglio è quello di infondere il tè per un tempo più lungo rispetto alla prima infusione: basteranno 30-60 secondi in più per una buona estrazione. Provare per credere!

Questo evidenzia quanto investire in un tè di qualità sia in realtà un ottimo modo di risparmiare, poiché con le stesse foglie possiamo infondere due tazze invece di una, e di rispettare la materia prima: la bustina usa-e-getta è sempre parte della cultura consumistica di stampo occidentale, non a caso inventata negli USA, terra di origine dei fast food e a quanto pare anche del fast-drink… ma questa è un’altra storia.


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